Al magistrato Valerio de Gioia e alla giornalista e scrittrice Adriana Pannitteri

 

Leggere Il sangue delle donne è stato un faticoso addentrarsi nell’orrore di storie in cui si consuma un conflitto ancestrale, quello che oppone il più forte al più debole e arriva a inquinare, distorcendolo e distruggendolo, anche il rapporto intimo tra uomini e donne.

Sono storie dolorose, da cui tutti escono sconfitti: le vittime, i carnefici e la società stessa, che tra indifferenza e impotenza ancora non riesce a sradicare il modello maschilista, arrogante e prevaricatore, che quegli orrori alimenta e, a volte, vergognosamente giustifica.

Eppure è proprio da questo teatro di sangue e di lutti, che sembra condannarci a una bestialità primitiva, che emerge più forte il bisogno di giustizia. Perché è la giustizia, sono le leggi, ispirate al raggiungimento di un progresso umano e civile, le sole a poterci riscattare dal male, le sole a poterci restituire la fiducia in una società emancipata in cui essere donna non sia uno stato di minorità. Ma le leggi e la giustizia non sono nulla se non trovano uomini e donne che in esse credono e per esse si battono ed è per questo che vogliamo ringraziare una donna come Adriana Pannitteri e un uomo come Valerio de Gioia che hanno fatto dell’affermazione della giustizia, non semplicemente una professione ma un impegno di vita.

 

                           Grazie! 

Zagarolo, 22.03.2024                      

Le studentesse, gli studenti e gli insegnanti dell’I.I.S. “Paolo Borsellino e Giovanni falcone”

 

 

 

 

 

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